itinerario 13

Chiesa di San Matteo – Scicli

In cima al colle di San Matteo, luogo in cui si sviluppava l’antica Scicli, sorge la chiesa di San Matteo, simbolo indiscusso di Scicli, che dall’alto domina il centro urbano e offre una magnifica vista di tutta la città fino al mare. 

Nonostante non sia possibile datare con precisione la fondazione della chiesa madre di Scicli perché le antiche costruzioni e architetture furono modificate e rimaneggiate più volte a causa dei terremoti, alcuni documenti testimoniano l’esistenza della chiesa dal 313 dopo Cristo quando si diffuse il libero culto del Cristianesimo.

Dopo il terribile sisma del 1693, nonostante la città venne ricostruita a valle, si decise di costruire sul colle la chiesa madre nonostante la contrarietà del vescovo del tempo. I cittadini erano fortemente legati al luogo perché custodiva le reliquie del Beato Guglielmo, eremita sciclitano morto nel 1404.

I lavori cominciati nel 1704 durarono per oltre un secolo ma l’ambizioso progetto non fu mai portato a termine. La chiesa fu definitivamente abbandonata nel 1874, il tetto fu smantellato per evitare ripensamenti e la chiesa madre fu trasferita nell’attuale chiesa di Sant’Ignazio in piazza Italia.

La posizione della chiesa sul colle mostra a valle l’intera fiancata che si sviluppa come una seconda facciata conclusa dal campanile Settecentesco che sostituì il precedente crollato a causa del terremoto.

Dal prospetto, sobrio ed elegante, la facciata si sviluppa su due ordini, quello più basso caratterizzato da tre portoni e una serie di lesene e colonne. Il secondo ordine presenta un finestrone centrale decorato ai lati da pennacchi e motivi naturalistici.

Il Teatro fu riaperto nel 1857 con la messa in scena della “Traviata” di Giuseppe Verdi; compiuta l’Unità d’Italia, venne intitolato a Giuseppe Garibaldi. Nel 1870, l’edificio diventò di proprietà comunale.

Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, il Teatro divenne centro della vita culturale della città (diventando per importanza il quarto in Sicilia dopo i teatri di Palermo, Messina e Catania) ospitando non solo opere liriche e spettacoli di prosa, ma anche serate di beneficenza, concorsi canori e recite con protagonisti gli studenti delle scuole; negli anni Trenta, vi si svolsero anche i campionati provinciali di scherma per giovani fascisti.

Nel 1943, il Teatro venne anche adattato a sala cinematografica.

Alla fine della seconda guerra mondiale, l’edificio era pericolante in più punti, pavimenti e decorazioni erano deteriorati e consunti. Dopo la restaurazione il Teatro mostrava un palcoscenico ingrandito, un maggior numero di poltrone in platea ed una tribuna al posto del terzo ordine di palchi, oltre la quale si trovava la sala di proiezione.

Da qui, il vecchio tempio della prosa e della lirica inizia una lenta fase di degrado che porterà alla sua chiusura nel 1984.

Dopo un restauro durato diversi anni il teatro ha riaperto i battenti il 13 giugno 2000. I lavori di ristrutturazione riportano all’antica bellezza della seconda metà dell’800 e del secondo dopoguerra.

Le fasce delle balaustre dei palchi vengono rifatte da una traccia originale che era rimasta nella platea, la volta viene totalmente ridipinta, con i ritratti di Verdi, Bellini, Beethoven e Mozart, mentre l’ingresso viene arricchito di motivi decorativi di fine Ottocento.

All’interno è a pianta basilicale scandita da tre navate, sotto il pavimento si estendono le catacombe utilizzate per dare sepoltura ai cittadini fino al 1884, mentre all’esterno, davanti e lateralmente, si apre un lungo piazzale.

 

Un luogo incantevole a soli 11 km da Modica. Buona passeggiata!